I gruppi della Nord
  • Boys San 1969

    BOYS S.A.N.


    Fu il grande Helenio Herrera ad introdurre il concetto di tifoseria organizzata sotto l’ombra della madonnina, i "Moschettieri" prima e gli "Aficionados" poi hanno organizzato in maniera primordiale il tifo a San Siro, una forma di sostegno ben lontana da quella che oggi si intende come tale.


    É nel contesto di fine anni sessanta che nascono i Boys, gruppo creato dal distaccamento di alcuni ragazzi dall'Inter Club Fossati; 26 gennaio 1969, l’Inter gioca a Bologna e all’epoca non esistevano settori riservati alle tifoserie ospiti e gli interisti vengono sistemati nella parte alta della curva Andrea Costa, proprio sopra i bolognesi (con cui la rivalità risale al 1964).

    Inevitabilmente si verificano scontri tra le diverse fazioni e questo incrina i rapporti tra la parte più moderata del Club e i ragazzi più propensi a far valere la propria forza, in casa come in trasferta; sul treno che li riportava a Milano Vittorio Boiocchi e Gilberto Cavallini, divergenti dalle vedute del club decidono di uscirne e fondano i BOYS in cui, poco tempo dopo, confluiranno diversi ragazzi tra cui Walter Modolo, Angelo Ambrosoni (detto “il Panettiere”), Walter Scaramuzzino, Attilio Scacchi, Maurizio Biffi, Oscar Migliavacchi, Danilo, Ferdinando Lombardo (“Il Fogiano”), Franco Nicoletti, Attilio Savi, Adelio Brioni, Vincenzo Pignatelli (soprannominato “Gesù Cristo” per via dei capelli) e la Franchina (che diverrà la storica segretaria del gruppo).


    Il nome Boys fu deciso poiché all' epoca la rivista ufficiale dell' Inter pubblicava un fumetto con le avventure di un ragazzino dispettoso chiamato Boy e uno dei fondatori pensò che quel nome potesse rispecchiare lo spirito del gruppo; in unione con la dicitura "Le Furie Nerazzurre" completa il nome che appare sul primo striscione che viene realizzato nel 1970, esordendo domenica 22 Marzo a Roma con la Lazio, per poi comparire a San Siro nell'attuale secondo anello arancio nel mese successivo. La diversificazione dallo "spettatore" tipo dell'epoca è alla base della filosofia e dello spirito con cui questi ragazzi agiscono, oggi come allora.


     


    Per realizzare il primo striscione viene recuperata la tela dello striscione Inter Club Fossati e per non sprecare la tela avanzata viene realizzato anche lo striscione “11 Assi” che in realtà è lo stesso gruppo e infatti “Assi” è inventato di sana pianta e non ha alcun riferimento particolare ma serviva per recuperare le lettere da “FoSSAtI” del vecchio striscione.


    La forza del gruppo consisteva in un forte affiatamento tra i ragazzi (provenienti per la gran parte dai quartieri popolari di Milano come Corvetto, Piazzale Cuoco, viale Padova e Quartoggiaro) e sintetizzabile nel motto "UNO PER TUTTI, TUTTI PER UNO"; in trasferta si potevano contare una cinquantina di ragazzi pronti a tutto e il mezzo preferito per viaggiare era il “Treno Turistico Sportivo” delle FF.SS. che vendevano biglietto treno più biglietto stadio (biglietteria lato sinistro in stazione Centrale).


    Negli anni settanta, periodo di pionierismo ultras, i Boys si distinguono per un organizzazione ed un affiatamento invidiabile, che li porta a seguire l'Inter in quasi tutte le trasferte difendendo lo striscione e i propri colori lungo tutto lo stivale e anche oltre i confini nazionali.

    Una delle prime trasferte europee dove compare lo striscione Boys è la finale di Coppa dei Campioni a Rotterdam il 31 maggio 1972 contro l' Ajax di Cruyff; vengono organizzati due pullman e non mancano “animati” diverbi sia con gli olandesi che con la polizia.


     

    BOYS A ROTTERDAM


    E’ proprio in questi anni che si vengono a creare le prime tensioni con i gruppi ultras rivali; le principali rivalità del periodo sono con gobbi, Bergamaschi, Granata, Genoani, Bolognesi, Doriani e, soprattutto, Milanisti. Con quest’ultimi gli scontri raggiungono l'apice della ferocia, in quanto, all'epoca, le due tifoserie erano praticamente attaccate, entrambe situate all'attuale secondo anello arancio, spostati verso la Nord i Boys e verso la Sud gli altri.

    In trasferta spesso gli ospiti venivano posizionati a ridosso della tifoseria avversaria e bastava poco per accendere la miccia; a San Siro erano invece locati nel attuale secondo anello rosso e non essendoci alcun divisorio non era inconsueto veder partire le così dette “Cacce”.

    Veronesi, Granata, Bolognesi, Fiorentini e le due genovesi oltre ai romanisti erano le tifoserie che si presentavano in maggior numero al Meazza.


    Tuttavia il numero relativamente esiguo di persone disposte a seguire la filosofia dei Boys costituì un freno non indifferente per la crescita del gruppo ma alcuni elementi si misero in luce proprio in questi anni, diventando figure rilevanti non solo della Curva Nord ma di tutto il panorama ultras nazionale. Franco Caravita, Tony “Il Duca”, Mauro Russo sono stati e continuano ad essere colonne storiche del tifo nerazzurro.


    Fu proprio in questi anni che esordirono le prime coreografie, autofinanziate e autoprodotte, costituite da primordiali "cartate" e dallo sventolio di bandiere, un effetto che oggi può far sorridere, ma che ha costituito la base per qualsiasi coreografia del giorno d’oggi.


    Nel 1979 i lavori di ristrutturazione dello stadio San Siro portano i Boys nell'attuale posizione, ovvero nel cuore della Curva Nord al secondo anello verde e il cambiamento di settore spinge i Boys a realizzare un nuovo striscione con una daga al centro (che tutt’ora è il simbolo del gruppo) e aggiungono al nome la dicitura S.A.N. (Squadre d' Azione Nerazzurre) voluta dai membri del gruppo che facevano parte dei famosi "Sanbabilini" degli anni 70'.


       


    Nel derby di ritorno del 2 Marzo 1980 debutta la prima e più importante sezione dei Boys: i "Boys SAN sez. Roma", non che l'unica ufficialmente riconosciuta, anche se ad oggi è un vero e proprio gruppo più che una semplice sezione dei Boys.

     

    Gli episodi di violenza sono sempre più frequenti; nel dicembre del 1980 si gioca un’amichevole tra una selezione di giocatori di Inter e milan e i tedeschi del Bayern Monaco in favore dei terremotati dell’Irpinia; durante gli scontri post gara gli Ultras Interisti incendiano con una molotov l'auto di un leader degli ultrà milanisti. Quest’ultimi la sera seguente alla partita organizzano una vera e propria spedizione punitiva contro i neroazzurri; i rossoneri, armati di bastoni, giunti davanti al bar dove ai tempi si ritrovavano gli ultras Interisti chiedono a gran voce di uscire dal locale per regolare i conti.

    Passano i minuti e dal bar non esce nessuno ma quando questo accade è un onda che travolge tutto e tutti. I Boys escono con decisione e i milanisti vengono letteralmente sbaragliati e messi in fuga (alcuni si nascondono persino sotto le macchine).

    Famosissimi gli scontri del 22 novembre del 1981 a San Siro contro i romanisti che, rei di aver accoltellato un membro delle "Aquile" , scatenano una rappresaglia durissima degli ultras Interisti che caricano i romanisti sulle gradinate provocando diversi feriti. Celebri anche gli scontri l'anno successivo a Genova dove viene ferito un noto leader storico della Fossa dei Grifoni.


     


    L'apice, però, avviene come sempre contro i cugini rossoneri: l'ondata di violenza non si circoscrive nei giorni dei derby (rari per la verità in quel periodo, viste le retrocessioni del Milan), ma si propagano nella vita quotidiana finché, al termine di un derby valido per il Mundialito del 1983, caratterizzato tanto per cambiare da violenti scontri, le due curve decidono di stipulare un patto di non aggressione che perdura tutt'ora.

    Sempre nel 1983 l’Inter gioca in Coppa Uefa contro l’Austria Vienna e dopo l’incontro si registrano violenti scontri in cui avviene l’accoltellamento di un tifoso austriaco.

    Il campionato 1984/85 si apre con la trasferta a Bergamo in casa dell’Atalanta tornata in serie a dopo diversi anni; la Nord raggiunge la città orobica in treno e gli incidenti avvengono sia in stazione che allo stadio.

    Coi Veronesi avvengono scontri praticamente in ogni occasione, sia a Milano che a Verona fino al 1985 (anno in cui viene sancito il gemellaggio).


       


    Inter-Glasgow Ranger 1984/85 , coi Bresciani l’anno successivo (incidenti sia in stazione che allo stadio, coi Granata e coi gobbi, Bolognesi, napoletani nel 1987, comaschi 1987 e l’anno successivo, Ascoli 1988….sono solo alcuni esempi di scontri in quegli anni fino ad arrivare a gennaio 1989 ; tensione fin dal mattino con numerosi interisti trovati in possesso di diverse armi ma è al termine della gara che il piazzale dello stadio “Atleti Azzurri” di Bergamo è teatro di diversi scontri che durano per quasi un’ora; un tifoso atalantino viene accoltellato e 70 interisti vengono portati in questura.


        


    Dal punto di vista coreografico avviene un evoluzione sostanziale rispetto agli anni settanta: i primi fumogeni e torce fanno la loro comparsa a cavallo tra i due decenni e viene realizzato nel 1985 il primo bandierone copricurva.

    Nell'ultimissima parte di questo fantastico periodo avviene un'altra importante innovazione: viene realizzato un bellissimo striscione in cerata, che tutt'oggi capeggia al centro della Curva Nord.


     


    Gli anni novanta si aprono con la conquista della prima coppa Uefa ai danni della Roma. Nello stesso anno la Sampdoria ci soffia lo scudetto nello scontro diretto a San Siro, incrinando irrimediabilmente il gemellaggio, scioltosi nel 1992.

    Gli scontri sono ancora cruenti sull'onda degli anni ottanta, ma vengono affievoliti nettamente dall'avvento delle prime diffide, aumentate a seguito dell'omicidio di Vincenzo Spagnolo nel 1995.


        


    Se negli anni ottanta era stata quindi la violenza a guidare le azioni dei Boys, negli anni novanta ci si sofferma giocoforza di più sull'aspetto coreografico e del vivere la curva.

    I primi sono anni di transizione, in quanto l'inesperienza e, forse, la sottovalutazione di sé, portano a risultati buoni ma non eccelsi, vista anche la rapida evoluzione in questo campo di molti gruppi rivali.

       


    La consapevolezza di essere "competitivi" anche sotto questo aspetto avviene gradualmente, anche grazie alla collaborazione con tutti gli altri gruppi della Curva Nord portando negli anni a ottimi risultati come le coreografie nei derby.


        


    Nel 2004 nasce l’amicizia con gli ultras Yomus Valenciani. Il 2 novembre è in programma l’incontro di Champions League con la compagine spagnola ma alcuni suoi tifosi si trovano nella città meneghina già da sabato e si incontrano casualmente con alcuni ultrà interisti; tra qualche chiacchiera e tante birre si avvicina l’ora di Inter-Lazio (serale del sabato sera) e i valenciani vengono invitati ad assistere alla partita dietro lo striscione dei Boys.

    Tre giorni dopo si gioca il match di coppa e nel settore riservato agli ospiti gli Yomus alzano uno striscione (realizzato con i lenzuoli rubati in hotel) che recitava “Grazie ai ragazzi della Nord di Milano”.

    Nasce così una nuova amicizia e gli anni seguenti sono caratterizzati da continue presenze di ambedue le parti nelle partite più calde dei rispettivi campionati ma

    l’amicizia non si limita solo agli incontri calcistici ufficiali ma viene rafforzata da una massiccia presenza al torneo di calcio “InterUltras” che si disputa ogni estate a Valencia dal 2005 ad oggi.


    Nel 2009 i Boys festeggiano i primi 40 anni di storia, celebrati con un’imponente coreografia durante Inter - Sampdoria.


     


    L’anno successivo è caratterizzato dalla vittoria del “triplete” da parte della Beneamata che porterà una ventata di nuovi ragazzi dell’hinterland milanese nel gruppo.

    Molti ragazzi dei Boys si distinguono per la partecipazione al Covo nella realizzazione delle coreografie di quegli anni, dando vita cosi uno splendido periodo coreografico.


    Nel 2012 durante il viaggio verso Marsiglia per la sfida con l'Olimpique, la carovana dei pullman interisti fa sosta a Nizza dove dei membri del gruppo incontrano per la prima volta i ragazzi della Brigade Sud con cui nasce subito un feeling per la mentalità e lo spirito di aggregazione.

    I Nizzardi sono presenti nel settori ospiti del Vélodrome insieme ai ragazzi dei Boys e di tutta la Curva Nord.

    Le reciproche visite sono sempre più frequenti e nasce un rapporto di corrisposto rispetto ma è nel 2013 che viene sancito il gemellaggio vero e proprio e di cui tutto il gruppo ne va molto fiero. Nell' Agosto del 2015 il Nizza sfida il Napoli in un amichevole e si registra una massiccia presenza della Curva Nord per sostenere i fratelli Nizzardi contro i comuni rivali partenopei.

    Negli anni successivi da entrambe le parti sono state molte le presenze nelle trasferte più importanti e sentite, nelle feste di fine stagione e nei tornei estivi tra gruppi.


    Nel 2019 i Boys S.A.N. Hanno festeggiato i loro primi cinquant'anni di vita.

    Ne sono passati di giorni da quel gennaio del ’69 ma oggi come allora il loro spirito rimane immutato.

    “Chi siamo Noi ???  I Boys !!!”


  • Potere Nerazzurro - Milano Nerazzurra 1977

    .POTERE NERAZZURRO/MILANO NERAZZURRA


    Nel 1977 i Boys (che si posizionavano ancora nel rettilineo) stavano vivendo uno “scontro” generazionale tra l’ala più moderata dedita al tifo e i nuovi arrivati che prediligevano la continua ricerca dello scontro fisico con le tifoserie avversarie.

    Il malessere cresceva e quando nella stagione 1977/78 la convivenza divenne insostenibile alcuni esponenti tra i più anziani (Angiolino, Oscar, Scaramuzzino, Adelio e Scacchi) decisero di spostarsi in curva e fondare Potere Nerazzurro.


        

                               Milan-Inter 1977/78.                                          1978/79 Prima partita di Potere Nerazzurro al primo anello.


    La prima riunione si tenne in un bar di via Lazzaretto e il nome fu ispirato dall’organizzazione politica “Potere Operaio” per la quale alcuni fondatori provavano simpatia.

    Fin dall’inizio il gruppo raccoglie consensi e sono molti a ritrovarsi la domenica dietro quello striscione per tifare la Beneamata.


    Nel 1979 i Boys si spostano in curva e presto i dissidi ricominciano e così Potere Nerazzurro decide di trasferirsi al primo anello con l’obiettivo di portare il tifo dietro la porta, proprio a ridosso del campo.

    Il risultato è strepitoso; anche in quel settore dove non c’era mai stata nessuna forma di tifo la presenza di Potere Nerazzurro coinvolge molti appassionati creando così un incitamento meno spontaneo ma più continuo e coordinato.

    Da registrare anche la prima contestazione all’interno di uno stadio italiano tramite l’uso di striscioni; a farne le spese fu Fraizzoli a cui, dopo una stagione disastrosa, venne dedicato lo striscione “C’era un a volta una società e una dirigenza onesta”.


         


    A seguito della vicenda Paparelli il movimento ultras subisce alcune restrizioni tra cui il divieto di esporre nomi e simboli che potessero richiamare movimenti politici e anche il tifo nerazzurro ne subisce le conseguenze.

    In occasione di Inter- Borussia Mönchenglad (7 novembre 1979, sedicesimi di Coppa Uefa) la polizia sequestra lo striscione per “chiaro riferimento ad un gruppo della sinistra extraparlamentare” e solo dopo una lunga trattativa lo striscione viene restituito con l’obbligo però di cambiare il nome al gruppo. Viene così scelto Milano Nerazzurra.

    Intanto il gruppo si allarga e viene inaugurata la sede (in via Novara), nuovi elementi affiancano i primi e Milano Nerazzurra si impreziosisce della presenza di Marco Bucci, figura fondamentale nella storia di questo gruppo, della nord e di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo.

    Tra i tanti aneddoti è impossibile non citare la rappresentazione in campo di una finta corrida con tanto di toro e torero prima di Inter-Real Madrid (10 aprile 1985). L’idea venne a Marco e trovò il consenso acclamato di tutti e fu proprio lui ad impersonare il torero mentre Angiolino e Giovanni facevano il toro.


    I rapporti col resto della curva (ai Boys si erano affiancati gli Ultras) erano improntati sulla pacifica convivenza anche se spesso le trasferte venivano fatte separatamente.

    Nel 1988 a seguito dei lavoratori di ristrutturazione del Meazza il gruppo si sposta nel parterre, posizione che però risulterà infelice e così nel 1990 Milano Nerazzurra torna al secondo anello verde dove, in mancanza di spazio, viene ospitata dai Bulldogs.


    Intanto i rapporti con gli altri gruppi sono andati migliorando e ha inizio così, grazie soprattutto a Marco, una collaborazione attiva col resto della Curva Nord.

    Purtroppo dal 1999, anno in cui è venuto a mancare Marco, il gruppo subisce un periodo di smarrimento che terminerà nel 2002 grazie alla voglia di rimettersi in gioco di Angelo, Marco, Massimo, Daniele, Marco detto “Saronni”, Luigi e Cesare.


    Nel 2000 il gruppo trova la sua attuale collocazione al fianco di Brianza ma purtroppo riemergono delle difficoltà complice l’uscita causa diffide da quella che è la militanza “attiva” di alcuni elementi.

    Fortunatamente nell’immediato post triplete nuovi giovani si avvicinano al gruppo tra cui spiccano Matteo e Fabio che coadiuvati dall’esperienza di Luca (altro personaggio di vecchia data) e dei “Fornai” (Alberto e Monica) agevolano l’inserimento in curva delle nuove leve.


    Il cambio generazionale porta nuovo entusiasmo e voglia di fare; vengono prodotti nuovi stendardi e ringiovanito lo stile del materiale.

    I ragazzi che pochi anni prima erano delle matricole si sono oramai affermati all’interno del gruppo creando quello che può essere definito lo zoccolo duro che, seppur non tra i più numerosi, può contare su grande affiatamento e senso di appartenenza.


    Le stagione 2017/18 vede il gruppo raggiungere il traguardo dei quarant’anni di vita celebrati con una coreografia a cui tutti hanno partecipato con entusiasmo onorando così l’importante ricorrenza.


    Il 2018 è anche l’anno in cui purtroppo viene a mancare Luca, compianto compare di tante traversie.


    Nonostante quella che non può certo essere considerata un’epoca d’oro per il movimento ultras altri giovani si stanno appassionando alla tradizione della Milano Nerazzurra dimostrando quel sano interesse che potrebbero un domani favorire il ricambio generazionale in grado di continuare a scrivere la storia del terzo gruppo più longevo della Nord.


  • Ultras 1975

    ULTRAS 1975


    Il Gruppo “Ultras 1975” è per longevità, il secondo Gruppo della Curva Nord Milano.

    Il primo striscione “Ultras” comparve, in scritta gialla, al Meazza nel 1975 di fianco ai Boys nel rettilineo centrale sotto il tabellone. 

    In questi primi anni fino alla stagione 1978-79, era più che un gruppo ultras, come lo si può intendere comunemente oggi, un gruppo di amici che si ritrovava per sostenere i colori nerazzurri.  


    Il Gruppo presente ed attivo ancora oggi si consolidò nella stagione 1978-79 ed era composto da ragazzi giovani che volevano vivere le gradinate con goliardia, cori e colore. Viene ricondotta al 19 Febbraio 1979 in occasione di Inter-Verona 4-0 (doppietta Altobelli – Scanziani – Muraro) l’esposizione del primo striscione ufficiale sfondando nei distinti per ripararsi dalla pioggia che affliggeva il pubblico del secondo anello poiché lo stadio era sprovvisto di tetto (fino alla ristrutturazione S. Siro per Italia ’90).


    Nel proseguo della stagione ‘79/’80 si posiziona definitivamente alla destra dei Boys occupando il posto liberato da “Potere Nerazzurro” (sceso al primo anello). Come primo simbolo e per pochissime partite, utilizzerà il Biscione dell’Inter, successivamente sostituito da un teschio bianco con chiave inglese ed osso incrociati sullo sfondo, a suggerire lo spirito combattivo dei ragazzi che lo difendevano, ed infine da uno striscione da 12 metri con al centro l’indiano rosso, attuale simbolo del gruppo.


    Nell’estate del 1979, il Gruppo dovette decidere definitivamente sul proprio nome poiché la Società non vedeva di buon occhio che i club utilizzassero il termine “Ultras” che allora, forse più di oggi, veniva associato a derive violente. Fu così che Nino, detto “l’Avvocato”, uno dei fondatori e leader degli Ultras (ricordato dall’intera Curva Nord nel 2014 con uno striscione in occasione della sua scomparsa) ed altri componenti del gruppo decisero di prendere spunto da altre realtà italiane per mitigarne l’impatto senza però modificarne lo spirito. Realizzarono quindi lo striscione “Forever Ultras” con caratteri più sottili e diversi rispetto a quelli già utilizzati da un’altra odiata realtà italiana (i bolognesi).


    Tra i vari simboli quell’anno venne utilizzato un fulmine tra le due parole, essendo ancora in divenire la scelta definitiva.


    La decisione sul nome si rivelò fin da subito lungimirante, infatti dopo l’Ottobre del ’79, a seguito della morte di Paparelli e della prima ondata di repressione che si scagliò contro le tifoserie organizzate, venne impedito l’ingresso agli stadi degli striscioni recanti la parola “Ultras”. 

    Il Gruppo decise quindi, per poter portare avanti i propri principi e continuare a difendere i colori e l’identità del Gruppo di utilizzare solamente “FOREVER”, aggirando così il divieto.


    Durante la pausa estiva al termine della stagione 1979-80, nel corso della quale l’Inter vinse il 12° scudetto dopo diversi anni di astinenza, grazie all’impegno ed alla militanza dei suoi componenti il gruppo riuscì a crescere fino ad acquistare 12 tamburi, 2 megafoni e fumogeni (comprati a Firenze perché reputati quelli di migliore intensità e durata) ed un Furgone FIAT 900T (veicolo a 7 posti utilizzato per il trasporto del materiale e dello striscione).

    Fece il suo esordio al Meazza, nel Settembre 1980, il gigantesco e definitivo striscione lungo 40 metri e alto 2, blu nella parte superiore e nero in quella inferiore. Le lettere bianche in carattere stampatello furono realizzate in altezza 1.80m e venne scelto come simbolo l’indiano rosso su sfondo bianco (identico a quello precedentemente proposto sullo striscione più piccolo apparso l’anno precedente) tra le parole FOREVER ed ULTRAS che sporgeva nella parte inferiore dello striscione.


    La sera i FUI (Forever Ultras Inter) erano soliti incontrarsi inizialmente al “Barocco” a Baggio ed in seguito “Vito e Alice” in Via Da Cermenate; oltre poi al “Bar Tropical” in viale Aretusa per condividere idee ed trovarsi con i Boys SAN, l’unico altro gruppo facente parte della Nord a quell’epoca. C’era già infatti in quegli anni, come del resto oggi ed in tutta nostra la Storia, un rapporto di fratellanza e rispetto con ciascun altro gruppo della Curva.


    I primi anni ’80 furono molto intensi sotto tutti i punti di vista, in particolare per quanto riguarda gli scontri con le altre tifoserie. Tra le rivalità più accese quelle con Genoani, Milanisti, Veronesi, Bolognesi e Romanisti. Tra i tanti episodi si ricorda un Bologna-Inter della stagione ’80-’81 quando ci furono durissimi scontri fuori dallo stadio Dall’Ara ed in altre zona di Bologna sia prima che dopo la partita, in cui 24 interisti, tra cui molti componenti di spicco del Gruppo, furono arrestati.


    Negli anni successivi dal 1984-85 il gruppo passa in mano alla gestione di altri ragazzi (Marco e Massimo) che manterranno invariati il carattere e l’anima del gruppo stesso introducendo però un nuovo e diverso simbolo: l’indiano con coltello, fino al 1995 quando decisero di lasciare a seguito della fortissima repressione dovuta al caso Spagnolo.


    Ci furono quindi un paio d’anni di diverse “gestioni” o meglio dire traghettatori che portarono anche un cambio del nome del gruppo, che aveva già perso da tempo la dicitura FOREVER, in “Ultras 1995” e cambio di simbolo con un volto di indiano con bandana nerazzurra legata sulla fronte. La nuova gestione, il nuovo nome ed il simbolo durarono però solamente un anno quando subentrarono nuovi ragazzi che ripristinato il nome ULTRAS, prima di cedere la gestione del gruppo, a partire dalla stagione 97-98, a Renato ed Ivan.


    Queste figure costituiscono un punto di riferimento per il Gruppo e per il direttivo Curva Nord per tutta la seconda metà degli anni ’90 e tutto il primo decennio degli anni 2000. In questi anni viene nuovamente sostituito l’Apache rosso originale, come ormai abitudine in corrispondenza dei cambi di gestione del Gruppo, con una nuova raffigurazione dell’indiano, in nero con bandana blu e capelli lunghi neri al vento.


    Sempre in questa fase viene introdotto il colore Giallo, caratteristico del gruppo in quegli anni e particolarmente apprezzato dai componenti, utilizzandolo in tutto il materiale (felpe, magliette, sciarpe ecc..) ed anche nei bandieroni.


    Questa fase del Gruppo, iniziata a fine anni 90, si conclude nel 2010, anno magico per i colori nerazzurri, con la partita a Monaco di Supercoppa europea peraltro piuttosto movimentata.


    Dopo il Triplete del 2010 emerge e si impone la figura di Adolfo, ancora oggi a capo degli ULTRAS 1975. Il Gruppo crea il nuovo striscione ULTRAS, utilizzato tuttora ogni domenica al Meazza, con lettere maiuscole bianche sui colori blu e nero e al centro un riquadro bianco con lo storico indiano rosso. Viene inoltre realizzata la bandiera con i colori sociali e l’indiano Giallo che sventola nelle mani dei componenti del gruppo tutte le domeniche, ancora oggi.


    La repressione colpisce il Gruppo alla fine del 2010. Vengono infatti diffidati alcuni membri portanti, particolarmente attivi e carismatici in occasione del 35° anniversario dalla nascita del Gruppo, festeggiato con una torciata durante un Inter-Parma del Novembre 2010. Pochi mesi dopo anche il membro di maggiore rilevanza, nel Febbraio del 2011, viene diffidato per gli incidenti all’Olimpico di Torino. 


    Questa serie di diffide, arrivate in un periodo di grandi cambiamenti all’interno del Gruppo, che allontanano forzatamente dal secondo anello verde gli elementi chiave e più attivi, portano ad un periodo di grande difficoltà sia a livello di partecipazione alla vita della Curva Nord (fuori e dentro lo stadio), sia come numeri e presenze in casa ed in trasferta; difficoltà dovute al fatto che, con i Leader diffidati si fatica a trasmettere la mentalità Ultras alle nuove leve e soprattutto ad unire i vari gruppetti che frequentavano già da diversi anni quella parte di Curva, senza però essere uniti dal senso di appartenenza al Gruppo.


    Il momento difficile dura fino alla stagione 2014-2015 quando al termine della quale, successivamente alla Festa della Nord di luglio, viene organizzata una cena in una caldissima serata Milanese con la presenza del Direttivo Curva Nord, della vecchia guardia Ultras ed i vari gruppettini delle nuove leve, durante la quale vengono incoraggiati “gli sbarbati” ad un cambio di mentalità.


    Da qui una vera e propria rinascita del Gruppo che torna ad essere, con l’impegno quotidiano dei suoi componenti, uno dei gruppi portanti della Curva Nord; per la prima volta entra a far parte del Covo con un suo membro; diventa una presenza costante con svariati membri nella realizzazione delle coreografie e di tutte le attività della Curva. 


    Si sono creati in poco tempo legami di fratellanza tra un sempre più nutrito gruppo di ragazzi tra i 20 ed i 35 anni, uniti solamente dalla passione per i colori Nerazzurri e la mentalità Ultras vissuta 7 giorni su 7, con frequenti incontri anche lontani dalle partite di calcio nei vari Sports Pub milanesi. 

    La nuova generazione ha fatto dell’unità, dell’amicizia e dell’aiuto vicendevole il suo Dogma per vivere il Gruppo e condizione assoluta per farne parte.


    Anche alcuni membri della nuova generazione sono stati colpiti da diffide ma, nonostante questo, il Gruppo ha continuato a crescere ed attirare sempre più ragazzi vogliosi di farne parte per lo spirito genuino e l’amicizia che traspare in ogni momento.


    Sezioni e/o Sottogruppi ULTRAS 1975:


    ULTRAS SEZ. GALLARATE 

    La prima Sezione del Gruppo fece il suo esordio in Inter-Milan 2-0 (doppietta Beccalossi) del 28 Ottobre 1979, posizionandosi nella parte alta del secondo anello dietro lo striscione principale e posizionandosi nella prima transenna invece in Inter-Juve del Novembre 1979. A seguito delle problematiche, già citate, relative al termine ultras ed alla impossibilità del suo utilizzo la Sez. decise di utilizzare il nome WIN FOR US sez. Varese e di adottare come simbolo il Corto Maltese (che venne poi regalato a metà anni ’80 alla Brianza Alcoolica). Grazie all’attività e personalità dei suoi membri continuò a crescere diventando a tutti gli effetti un vero e proprio gruppo organizzato, acquistando persino 2 tamburi e 2 megafoni, con ritrovi e riunioni periodiche nel Varesotto. 


    Il gruppo era solito organizzare spesso “cartate” durante le partite di cartello, utilizzando almeno 20 sacchi a partita di ciclostili di scarto dei primi computer di una falegnameria della loro zona, diventando negli anni sostanzialmente il riferimento dei ragazzi nerazzurri della Provincia di Varese.

    Una curiosità è che molti degli striscioni esposti ai tempi venivano fatti davanti a Milanello.


    Il Gruppo durò fino alla fine degli anni ’80, anche se già diversi membri nella seconda metà degli anni ’80 lo avevano lasciato per entrare a far parte degli SKINS.


    BAUSCIA

    Il Gruppo "BAUSCIA" nasce ufficialmente nel Gennaio 1998, fa il suo esordio in Curva Nord a San Siro nel derby vinto per 1-0 con gol di Branca in Coppa Italia.

    I componenti erano tutti della vecchia guardia "Ultras", alcuni avevano fatto parte del direttivo del gruppo stesso negli anni precedenti. Il gruppo era formato da ragazzi di Milano, ai tempi ancora studenti che seguivano assiduamente l’Inter sia in casa che in trasferta tra le file degli Ultras. Il gruppo era, oggi come allora, per prima cosa un gruppo di amici. Fu proprio in quel periodo che decisero di “darsi un nome” pur rimanendo sempre appartenenti agli Ultras.

    Il gruppo è stato attivo e presente per 10 anni a San Siro.. in Italia ed in Europa.

    Lo striscione era posizionato nel cuore degli Ultras in transenna e come simbolo aveva il Conte Oliver di Alan Ford, a rappresentare lo spirito goliardico e l'espressione milanese di "BAUSCIA" di ogni componente del gruppo.

    Memorabili la trasferta di Parigi del 98, gli striscioni di punzecchiamento con i cugini durante i derby, il ricordo per Peppino Prisco, oltre le tante partite dell’Inter fianco a fianco l’uno con l’altro con gli amici di una vita.


    Oggi i Bauscia seguono ancora l’Inter sia in casa che in trasferta sempre negli Ultras, loro gruppo della Curva Nord da sempre.

    Non sono più i ragazzini di 20 anni fa, alcuni hanno preso altre strade, ma a nessuno è mai andata via quella “malattia” che li portò a seguire l’Inter sui gradini della Curva Nord.


    Il gruppo, come tutti i gruppi ultras nazionali ed internazionali, ha vissuto diverse fasi nel corso dei suoi tanti anni di storia, alcune più illuminate rispetto ad altre. Queste diverse fasi sono state fisiologiche, dovute ai più classici ricambi generazionali, oppure forzate dalla repressione che più volte ci ha colpito, direttamente come Gruppo o più in generale come Movimento. Il comune denominatore è però sempre rimasto, dal primo giorno al domani che verrà, DOVUNQUE CONTRO CHIUNQUE.


  • Boys Roma 1979

    BOYS S.A.N. SEZ. ROMA 1979


    Negli anni 70 a Roma c’erano molti ragazzi aggregati in club o pseudo club neroazzurri,da lì nel 1979 si staccarono alcuni ragazzi che già frequentavano gli spalti,attratti dal fermento ultras italiano volevano qualcosa di più che essere un inter club.


    lazio8990


    Dall’Inter club 11 stelle, Maurizio (il presidente) seguito da un gruppo storico, formato da Gianni (spillo), Marco (er riccio), Pino (er negro), Sergetto, Renatone, Umberto (er Bokassa) ,Franco (er Lucertola), Stefanino, Stefano “Il Fotografo”, Zabbarah e poi Claudio Ovindoli ed Enrico Pesce palla … danno vita ai boys San sezione Roma.


    Il nucleo era composto da una trentina di ragazzi fra i 18 ed i 25 anni di diverse estrazioni sociali,politicamente erano anni di lotte nelle strade, i cosiddetti ‘anni di piombo”e la maggioranza dei ragazzi simpatizzavano per la destra,ma erano presenti anche alcuni elementi attivi con la sinistra.


    L’anno prima a Roma Luigi il pantera e Remo  con altri ragazzi, diedero vita alle pantere nerazzurre , poi confluiti nei Boys sez. Roma , ma che hanno lasciato un buon ricordo a chi ha avuto l’onore di farne la conoscenza.


    festa della Curva Nord


    La prova generale per questo gruppo di ragazzi e per tutti i tifosi nerazzurri della capitale, fu la finale della coppa Italia contro il Napoli giocata a Roma nel 1979,che vide l’Inter vincere per 2 a 1, la curva sud era gremita di vessilli nerazzurri in tutta la parte superiore ed un gruppo di napoletani che provo’ ad impostare il tifo fu “spostato “ in curva nord dalle forze dell’ordine perché la situazione per loro non si stava mettendo bene.


    L’esordio del primo striscione fu a Milano il 24 febbraio del 1980 ( Inter – catanzaro vinta per 3 a 1 ) in seguito lo striscione fu portato in altre partite fino all’ apoteosi delle ultime 3 partite dello scudetto del 79/80: (Inter- roma) (fiorentina -Inter) (Inter-ascoli) trasferte, in cui molte persone parteciparono ed il gruppo inizio a farsi vedere sempre più costantemente e numeroso, sempre nella parte destra della Curva Nord vicino alle ” Aquile ” , inter club in quel periodo presente e posizionato in quella parte dello stadio .


    Col passar del tempo molti ragazzi si sono succeduti … Alcuni non sono più tra noi … Altri hanno mollato .. ma tanti altri hanno continuato a portare alto il nome dei Boys sez. Roma … come non menzionare  Danielone , Carletto, Mauretto, Fabrizietto, Pennellone,Manolo, Robertino ,Massimo, Robertone, Portellone, Portellino, Tanuzzo, Tiziano, Paolone … Per arrivare a Dario, Ferruccio e tantissimi altri  che hanno portato in Italia e all’estero il nome dei B.s.r. 1979 … 


    Ora il gruppo conta più di 300 iscritti .. e tanti altri sono ci seguono, e siamo un punto di riferimento nella regione e fuori . 


    Anche quest’anno, con l’occasione del nostri 40 anni … saremo ancora al seguito della FC INTERNAZIONALE MILANO 1908 …  perché come dice il nostro slogan da anni … ” i giocatori passano … Ma noi ci saremo … SEMPRE !!! ”  🖤💙.

  • Viking 1984

    VIKING


    La sto
    ria dei Viking inizia negli anni ’80 (precisamente nel 1984) quando a Milano era una delle metropoli più ricche d’Europa e di soldi ne giravano, in sintesi era “la Milano da bere” di un celebre spot televisivo.

    I Viking arrivano un po’ da tutta la città ma il nucleo storico, il seme dal quale questo gruppo fiorisce era formato in prevalenza da ragazzi provenienti dalla periferia o zone difficili, come Quarto Oggiaro, piazza Prealpi o da quartieri popolare come la Bovisa.

    Però in quella “Milano da bere” tutti stavano bene e non mancavano i soldi per le prime trasferte quando nessuno li conosceva e nemmeno loro si conoscevamo ancora bene.

    Durante la settimana si trovavano proprio con l’Inter Club Bovisa il cui striscione veniva appeso al centro di quello che era il settore popolare (l’attuale secondo anello arancio) ma i ragazzi più giovani al tempo quindicenni sentivano che la loro indole da protagonisti aveva sete di affermarsi e in breve tempo tutti cominciarono ad accorgersi di loro.

    Il primo striscione (piccolo, sfondo azzurro, lettere nere e l’elmo che fu il primo simbolo del gruppo) comparso durante Inter-Avellino di Coppa Italia (4 settembre 1985) aveva uno stile molto grezzo e artigianale; il nome Viking venne proposto dai ragazzi di Quarto Oggiaro che erano soliti chiamare così la loro squadra di calcetto.

    Nino, Massimo l’Americano, Pilone, Gianni, Giorgio, Ale, Paperino, Wally e Pilati erano affascinati dal coraggio che spingeva i vichinghi a solcare le onde dei mari in tempesta, raggiungere la metà e conquistarla.


        


    Gli ultras in quegli anni erano un movimento già sotto la lente di ingrandimento, ma nella società di allora, appena uscita dalle lotte degli anni ‘60 e ‘70 portate avanti da sinistra e da destra, non erano nemmeno pensabili le leggi illiberali e liberticide applicate oggi negli stadi (e non solo). Era tutto più normale. 

    I telefonini dovevano ancora essere inventati e i cellulari per tutti erano solo i furgoni usati dalla polizia. Così ci si dava appuntamento a voce per la riunione al Cium Cium, il bar di via Pascoli gestito da Mauro, uno dei capi dei Boys di allora.

    Tutto si muoveva veloce. Anche la storia.

    I Viking cambiarono lo striscione con uno molto più grande (righe orizzontali nere e blu e scritta in bianco), fabbricato in via degli Umiliati da Pierino, talmente più grande che furono obbligati a tagliarlo un po’ perché impediva di vedere parte del campo agli spettatori delle ultime file del primo anello. 


        


    I Viking diventarono un vero gruppo nel 1986, in trasferta nella capitale coi giallorossi. Un solo pullman, una sessantina di ragazzini contro una tifoseria che li avrebbe voluti ammazzare tutti dopo i fatti di sangue di un Inter-Roma di qualche anno prima con parecchi giallorossi accoltellati dentro lo stadio nel prepartita. Quella volta tornarono senza nemmeno un vetro intero ma illesi. 

    Tra i fondatori Nino è stato sicuramente la figura di spicco, leader naturale dotato di un coinvolgente carisma, protagonista di alcune tra le più gloriose e leggendarie azioni ultras e tutt’ora in prima linea a tenere le redini del gruppo malgrado la diffida cui è stato sottoposto dopo i fatti di Inter-Napoli del dicembre 2019.

    Uno dei più ripetuti soprannomi, Ombrelli, trae origine da un Inter-Como dove la Fossa Lariana, in una domenica di pioggia, se lo ritrovò nel settore ospiti di San Siro armato di… un ombrello.

    E così tutti li cercavano, in ogni stadio. E loro cercavano gli altri. Andavano a farsi un aperitivo sotto le curva avversarie o andavano al mare il giorno prima a Cesena. Capitava anche di viaggiare senza scorta e arrivare a Roma o a Napoli la mattina da soli e girare liberi per la città con tutte le conseguenze del caso.

    Il 21 maggio del 1989 i Viking decidono di andare a fare un aperitivo prepartita in un locale nei pressi della curva Andrea Costa a Bologna. Pochi minuti e spuntano i bolognesi armati di spranghe e catene. “Ciccarelli, vediamo che cosa sai fare”. “Qui siamo tutti Ciccarelli”. Una risposta che fa capire quanto fossero uniti, tutti come una sola persona. E i boccali di birra, le loro uniche armi di difesa, si rivelarono efficacissimi.

    La storia dei Viking è proseguita nel corso degli anni tra alti e bassi, come il furto del loro striscione da trasferta a Torino contro la Juve mentre il grosso del gruppo era sotto la curva juventina a fare a botte e la superficialità di chi doveva occuparsene non gli ha permesso di proteggerlo. Per rifarsi del maltolto, i Viking successivamente si presero l’intero striscione “Curva Nord” che campeggiava abitualmente al delle Alpi.

    Sono anni in cui quasi ogni domenica le cronache devono dare spazio alle gesta della curva Nord; parlano gli articoli dei giornali, i servizi televisivi e le sentenze… ”sempre la Nord di Milano, sempre loro!!!”


     


    Quando Nino dovette assentarsi per qualche mese dallo stadio e Pilone partì per adempiere al servizio militare, il gruppo seppe trovare nuove energie per continuare il suo cammino. Ad alcuni elementi di rilievo come Mulas, Corrado e Maurino si unirono nuovi ragazzi più giovani e le fila crebbero.

    I Viking erano molto uniti col gruppo degli Skins con cui condividevano diversi principi e si frequentavano anche al di fuori dello stadio.

    E’ un periodo raggiante per la Nord che però è ancora una “comunità” difficile ed instabile che deve trovare il proprio equilibrio.

    Non tutti i gruppi vivevano in piena sintonia e a volte la pressione saliva pericolosamente come durante Inter-Verona (11 ottobre 1987) in cui la nord rischiò seriamente di dividersi per sempre; i Viking e gli Skins presero i loro striscioni e si posizionarono al secondo anello arancio spostati verso la sud.

    Il dissidio col resto della curva durò poco e tutto tornò come prima ma questo episodio mostrò a tutti il fortissimo legame che c’era tra i due gruppi, talmente forte che quando i Viking decisero di cambiare il loro simbolo scelsero l’ascia bipenne proprio in onore della loro amicizia con gli Skins.


        


    Negli anni 2000 i Viking vissero un nuovo cambio generazionale e mentre due figure storiche come Corrado e Wally che avevano scalato le gerarchie della curva fino a divenirne le figure di maggior spicco si occupavano della gestione generale della Nord, Maurino di fatto divenne il referente del gruppo sul campo mentre Nino per i suoi problemi personali si era leggermente defilato. 


        

      

    Nuovi giovani si avvicinano al gruppo e seguendo il cammino tracciato da chi li aveva preceduti portarono avanti la storia e la tradizione dei Vichinghi di Milano.

    Col nuovo progetto nato nella Nord dopo i fatti del 27 dicembre 2019, Nino è tornato alla guida del gruppo mentre Walter, Corrado e Maurino han scelto di abbandonare del tutto il gruppo e la curva Nord.


        



     

    Il motto del vikingo interista resta sempre … “NON SAREMO MAI LEGGENDA PERCHE’ NON MORIREMO MAI!!!"



  • Skins 1986

    SKINS INTER



    Nel 1986 nasce uno dei gruppi più atipici di tutto il panorama Ultras mondiale, gli Skins, fondati da Paolo Coliva soprannominato l’Armiere, indimenticabile e compianta colonna della Nord.

    Dopo aver fatto parte dei Boys e degli Ultras, l'Armiere aveva cominciato a frequentare anche gli ambienti skinhead di Milano dove aveva subito messo in mostra il suo carattere da leader, conquistando la stima e la fiducia di diversi ragazzi.

    In occasione di Italia-Svizzera giocata a San Siro (15 novembre 1986, qualificazioni Europei) compaiono in curva diversi tricolori recanti la dicitura “Skin”; durante il secondo tempo di inter-Napoli (22 marzo 1987) viene esposto uno striscione tricolore con la scritta “Milano Skin Korps” ma già nel corso della medesima stagione (31 marzo, Inter-Cremonese di Coppa Italia) lo striscione si trasformò semplicemente in “Skins” coi tricolori ai lati e venne posizionato al fianco dei Boys mentre in trasferta veniva esposto lo striscione con le lettere gialle e l’ascia bipenne al posti della “i” .


         

                  15 novembre 1986, Italia-Svizzera 3-2 a San Siro, qualificazioni Europeo.                                                              Inter-Napoli 1986/87.


    Il gruppo non attende molto per mettersi in mostra e la stagione 1987/88 comincia col botto; il 20 settembre Como viene messa a ferro e fuoco sia in zona stadio che in centro città e Il bilancio finale riporta dieci comaschi seriamente feriti e sette skins arrestati e condannati ad un mese e mezzo di carcere.


        

                                       Inter-Cremonese Coppa Italia 1986/87.                                                                                                       Inter-Lecce 1989/90.


     


    Durante Inter-Napoli (29 novembre 1987) si assiste all’esposizione di diversi striscioni antimeridionali tra cui spiccano “Il tricolore non cancella l’odore” e “Droga e terroni le piaghe d’Italia” .


        

                                                          Inter-Napoli 1987/88.                                                                                          Skins con striscione “Brigate Nere” e svastica.


        


    Gli scontri avvenuti prima e dopo la partita, gli striscioni offensivi e l’esposizione di simboli di estrema destra alimentano una campagna di stampa accusatoria nei confronti della Nord.

    La digos comincia ad indagare sulle connotazioni politiche di alcuni gruppi e sui loro legami coi movimenti dell’estrema destra e all’inizio della stagione 1988/89 gli Skins tolgono l’ascia bipenne dallo striscione casalingo (mentre la decidono di mantenerla su quello da trasferta) sostituendola con il simbolo di Milano e il bulldog col boccale in mano.


        

                                                Inter-Napoli 1987/88.                                                                                                                           Inter-Juve 1989/90.


        


    Gli Skins lasciarono la Nord all'inizio della stagione 1990/91 in seguito all'arresto per motivi politici del loro leader e fondatore, oltre che per i dissidi, sempre a sfondo politico, nati col resto della Curva.

    Alcuni membri entrarono a far parte di altri gruppi (Viking,Irriducibili e Bulldogs), altri nell’autunno del 1991 fondano il gruppo “Shining” che però ebbe vita breve.

    Sebbene non siano durati molto, gli Skins hanno contribuito a scrivere pagine indelebili del nostro vissuto Ultras.

    Ereditando di fatto la “prima linea”, mantenuta per anni dai Boys, gli Skins hanno portato avanti la tradizione del “Valore” della Nord per tutto il corso della loro breve ma intensa storia, distinguendosi in casa e soprattutto in trasferta per la loro tendenza a rispondere ad ogni provocazione fisica.

    Il motto degli Skins fu sempre il “ME NE FREGO” cantato in ogni stadio con orgoglio e il loro leader Paolo, scomparso qualche anno dopo, viene ricordato ancora oggi dai vecchi ultras nerazzurri come uno degli elementi più carismatici che abbiano frequentato la Nord in tutti questi anni.


  • Irriducibili 1988 - IRR

    Irriducibili 1988 - IRR


    Stagione 1988/1989: se per il tifoso interista i ricordi corrono immediatamente alla squadra Trapattoniana che si aggiudicò il titolo infrangendo ogni record, l’ultras nerazzurro non può non ricordare come quell’annata segnò la nascita di alcuni gruppi Ultras della Curva Nord, alcuni sciolti, altri ancora in attività. Uno di questi sarà destinato a intraprendere un percorso molto importante che lo proietterà a diventare negli anni un punto di riferimento per tutto il movimento, e a contribuire in modo significativo alle vicende che in tre decenni si sono susseguite: gli IRRIDUCIBILI.

    Il traguardo trentennale che coincide con il cinquantesimo della Curva Nord, non può essere  casuale. Le numerose persone che si sono avvicendate in questo lungo periodo hanno portato indubbiamente il loro stile, la propria moda, le proprie influenze, dimostrazione dei cambiamenti generali avvenuti  tanto nella società civile quanto nella vita da stadio. Ciò nonostante, i solidi valori di base non sono mai stati minimamente intaccati dal passare del tempo.


    Proprio questi elementi sono sempre stati prioritari:  la compattezza del gruppo, la coesione dei suoi partecipanti, e la voglia di contribuire in modo uniforme alla sua vita. Anche se è normale che le persone maggiormente esperte e carismatiche abbiano sempre avuto, come in ogni agglomerato umano, una parola più autorevole, è importante rimarcare come qualunque episodio, positivo o negativo, in qualunque periodo, più facile o più difficile, sia sempre stato affrontato con la massima disponibilità e attenzione da parte di ogni singolo componente.

    Il nome “Irriducibili” venne scelto traendo ispirazione dagli omonimi laziali, che un anno prima fecero  il loro esordio nella Nord romana. Se il significato del nome lascia pochi dubbi sul concetto che si volle trasmettere fin da subito, la direzione presa in materia strettamente legata al tifo fu diversa rispetto ai colleghi capitolini al tempo ancora non gemellati. A Roma quasi da subito vennero introdotte novità poi riprese in ogni angolo d’Italia dalla quasi totalità delle tifoserie, in materia stilistica, di tifo e comportamentale. A Milano il contesto fu diverso.

    Sebbene l’esordio del gruppo con lo striscione avvenne nell’attuale secondo anello arancio dello stadio Meazza, con Corto Maltese come simbolo iniziale, lo stampo fu quello dell’intero movimento ultras interista. Quegli anni terminarono in gran spolvero un decennio comunque positivo come curva e un contributo davvero notevole venne dato dagli Skins che per circa un lustro elevarono ulteriormente un livello già qualitativamente eccelso. Come dice il nome “SKINS”, che sottolinea uno stile di vita quotidiano, legato non solo all’ambito ultras, l’abbigliamento fu quello tipico dello skinhead: bomber, anfibi e bretelle. Lo spirito di emulazione dei frequentatori della Nord unito probabilmente a un tassello stilistico che combacia perfettamente con la vita da stadio, fece sì che la Curva interista apparve con una impronta “militaresca”, più incline all’essenzialità e alla compattezza che agli effetti speciali. Non c’era ovviamente traccia delle coreografie che 30 anni dopo saranno piacevoli abitudini e scomoderanno conoscenze ingegneristiche e informatiche ma la fama che si guadagnarono gli ultras nerazzurri fu dovuta alla spigolosità e alla pericolosità dei suoi gruppi e anche gli Irriducibili non fecero eccezione.


    Dopo lo scioglimento degli SKINS nell’ottobre del 1990 e la momentanea esperienza peraltro molto rapida dei gruppi “Shining” e “Snakes”, gli Irriducibili fecero il loro ingresso in Curva Nord, occupando la posizione che ancora oggi li vede stabilmente.  La loro iniziale ostentazione politica, coincidente con un periodo in cui l’esposizione di alcuni simboli non era perseguita come accade ora, portò a far confluire all’interno del settore persone che videro un po’ forzatamente il gruppo come prosecuzione naturale dei gloriosi Skins. Se l’aspetto più strettamente legato al  tifo nei 90 minuti non ebbe un impatto significativo, il numero, le idee, e la qualità dei suoi componenti permise ancora di più una vita già basilarmente molto autonoma all’interno della curva, quasi disinteressata alle vicende degli altri gruppi. Il tutto aumentò con un altro avvenimento di metà anni 90. Il gruppo Nuova Guardia, che possiamo definire ancora oggi come una banda d’azione che negli incontri casalinghi si posizionava al secondo anello blu, terminò la sua storia dopo pochi ma intensi anni di attività. Diversi elementi di spicco, ai tempi decisamente giovani, si spostarono negli Irriducibili che era appunto visto come il gruppo più simile a loro, quello più indipendente e tosto.


    Numero e qualità pertanto giovarono a creare di fatto due entità occupanti entrambe il secondo anello verde: la Curva Nord con i suoi gruppi e gli Irriducibili. Striscioni, cori e organizzazione generale, seguirono sempre strade parallele complice indubbiamente anche un livello generale nemmeno lontanamente paragonabile a quello dei giorni nostri.

    Data la marcata vena politica che per molti significò non moda ma frequentazione e appartenenza a movimenti ben precisi, si decise di dare un’impronta comportamentale che ancora oggi è riconosciuta e vista con orgoglio e vanto. L’attenzione prestata dagli appartenenti al gruppo ai comportamenti  e alle abitudini di tutti i frequentatori del settore, diventò ben presto un tratto distintivo inizialmente maniacale che con gli anni si affievolì perché la notizia di questa “lente di ingrandimento” si diffuse in modo capillare tanto da divenire una must assolutamente normale che non faceva più notizia.

    E’ risaputo che certi luoghi come le curve possono diventare zone franche per determinate abitudini perciò la guardia fu da sempre molto alta e ancora oggi ha come conseguenza di quel modus operandi della prima ora, una coesione e un gradimento per tutti coloro che potremmo definire ironicamente “salutisti” ma che seriamente si sentono parte in causa di un modo di fare nel quale si riconoscono pienamente.

    Se queste attenzioni furono il pane domenicale per instaurare un certo tipo di regolamento, il fascino che questo gruppo esercitò su molti fu la quasi totale assenza di selezione per il coinvolgimento di nuove leve. A parte pochi elementi che come detto entrarono nel gruppo in seguito a determinati episodi, fu molto difficile per chi non ebbe a che fare con l’ attivismo politico,  partecipare alla vita del gruppo. In linea di massima questa chiusura per  l’introduzione di nuove leve ebbe il lato positivo di cementare molto l’unione dei suoi componenti e diede comunque i suoi frutti perché fu un modo di fare che piacque. Nonostante le difficoltà sul farsi notare riscontrate dai più ambiziosi, era comunque un grande orgoglio per  tutti vedere le partite in un settore le cui regole molto chiare e innovative erano condivise e accolte con entusiasmo generale.

    Con il cambio della guardia ai vertici, a cavallo della fine del secolo scorso e dell’inizio del nuovo, si verificò qualche rinnovamento. L’aspetto tifo fino a quel momento ridotto ai minimi termini ottenne nuovo impulso riprendendo la moda che in quel periodo contagiò ogni tifoseria italiana; le bandiere così dette “a due aste” presero piede nelle curve italiane come forma di coreografia spontanea e di partecipazione autonoma. La Nord in questo non fece eccezione e invitò ripetutamente la massa a creare un mare di bandiere. Naturalmente una fascia trasversale alla tifoseria composta dai più attenti, non poté non notare i difetti dell’altro lato della medaglia: carenze stilistiche e, talvolta, significati inopportuni furono l’aspetto negativo su cui ragionare. Gli stendardi  di gruppo  non presentavano  però pecche rispetto alla maggioranza scarsamente controllata. Anche gli Irriducibili si munirono di tali strumenti e ne produssero un numero notevole colorando un settore fino a quel momento grigio e offrendo un notevole colpo d’occhio che lanciò anche un messaggio ben preciso. Molti ragazzi lo percepirono perfettamente e arrivò dritto soprattutto a chi, pur condividendo la fede politica, era più intenzionato a vivere i 90 minuti della partita facendo predominare l’aspetto strettamente legato al tifo e al calcio giocato piuttosto che ad altro.

    Purtroppo una di queste pezze venne creata per un triste avvenimento; ancora oggi  “LELE VIVE” fa bella mostra di se da quei primi 2000, per omaggiare il modo di essere e l’attaccamento di un ragazzo venuto a mancare troppo presto, universalmente stimato, e che incarnava in modo esemplare lo spirito del gruppo.

    Non mancarono nelle bandiere i riferimenti al gruppo stesso, a spaccati di vita milanese, e ovviamente a slogan perfettamente coincidenti tra politica e stadio. Apparve sullo striscione, esteticamente stabile nel suo utilizzo dopo il valzer di vessilli degli inizi, un nuovo simbolo, il terzo in ordine cronologico del gruppo;  il primo fu il già citato Corto Maltese, poco usato e subito rimpiazzato dal duo “paninaro” e Muttley (il famoso cane combina guai dei cartoni animati). Il simpatico personaggio fu propriamente introdotto dalla sigla Zona Nera che insieme a Milano Front furono un binomio di nomi che campeggiavano nel settore Irriducibili per esaurirsi in modo quasi naturale sul finire degli anni 90. Su un telo con campo rosso venne riproposto un logo molto caro a tutti gli ultras interisti e cioè il BULLDOG degli Skins; e si intende proprio quello originale che era parte dello striscione utilizzato dal gruppo durante il suo periodo di attività. Sia per l’esperienza di qualche elemento che visse quel quinquennio, sia per la doppia attività stadio/politica, il Bulldog  prese piede e iniziò a essere stampato sul materiale prodotto. Fu un altro fattore di grande fascino che non fece altro che aumentare esponenzialmente le caratteristiche predominanti fino a quel momento.

    A completare il colpo d’occhio, due striscioni che vennero posizionati  sopra  quelli del gruppo; la scritta nera su campo giallo “Diffidati Irr” poi successivamente utilizzato prevalentemente per la sola parte DIFFIDATI, è un omaggio ai ragazzi colpiti da DASPO che non possono quindi fisicamente presenziare alle partite con il loro gruppo. Negli anni i vari decreti ministeriali ne complicarono sempre più l’esposizione fino all’impossibilità di introdurlo anche solo saltuariamente.  Il secondo venne spostato sulla seconda transenna, occupando quindi uno spazio che era lasciato vuoto da altri striscioni e dal concetto impeccabile: CUORE NERO SANGUE BLU, che ancora oggi può essere ammirato.


    Un episodio molto significativo sarà destinato a entrare nelle memorie soprattutto dei più giovani, in quel periodo già parte attiva, condizionando almeno in parte alcune visioni fino a quel momento mai minimamente scalfite. Sul finire della stagione 2001/2002 prima dell’incontro Inter - Aek Atene, una clamorosa leggerezza poteva costare molto cara; gli ultras greci si impossessarono dello striscione ma a loro volta commisero un altro imperdonabile errore dando tempo e modo a tutta la curva interista di mobilitarsi e rientrarne in possesso.  Il gruppo che fino a quel momento voleva estraniarsi e camminare da solo si trovò coinvolto in un episodio che iniziò a smuovere in qualcuno determinate certezze, lasciando posto a una visione inizialmente più coesa con la restante parte della tifoseria nerazzurra.


    Da ricordare il dualismo accentuato per motivi politici con il gruppo rossonero Fossa dei Leoni, tradizionalmente legato ad ambienti politici di sinistra e al quale era dedicato il coro sin dagli albori “NOI NON SIAMO DEL LEONCAVALLO”. Questo slogan per la verità fu utilizzato come una piacevole abitudine, visto l’ampio significato che trasmetteva. Non era necessario attendere un derby per sentirlo; il coro ritmato dal battimani poteva essere ascoltato di frequente, sia in occasioni di partite contro tifoserie comunque di sinistra, sia come una rivendicazione identitaria. Il boato era ancor più potente dall’unione vocale del resto della curva, comunque storicamente schierata su posizioni analoghe.

    Terminato il periodo di moda delle “due aste”, lo striscione sulla transenna, si popolò delle cosiddette “pezze”, molto in voga in Italia dai primi anni 2000, le quali rappresentavano zone di appartenenza, sottogruppi o semplicemente idee. Le più rilevanti Novara e la Milano da bere.

    L'introduzione della pezza ACAB, sigla in quegli anni ancora sconosciuta e non vietata negli stadi, caratterizzava la massiccia presenza di skinheads e dava seguito all'impronta che ha sempre caratterizzato il gruppo.

    Nel 2007 ci si trovò pronti a far fronte all'ondata repressiva e l'inasprimento delle leggi successive  alla morte dell'ispettore Raciti.

    Le pezze storiche presenti sullo striscione garantirono di aggirare Il divieto di utilizzare striscioni sia in casa che in trasferta, consentendo al gruppo di essere il primo della Nord ad identificarsi nei settori durante le partite, dando spunto agli altri gruppi per la creazione di nuove pezze.


    Lo stesso anno, i tragici fatti che portarono alla morte di Gabriele Sandri, videro il gruppo fortemente coinvolto in maniera emotiva e le azioni che si susseguirono durante tutta la giornata portarono a conseguenze che colpirono pesantemente molti Irriducibili.

    Altra caratteristica che contraddistinse il gruppo per tutti gli anni 2000, fu la realizzazione di mini-coreografie che interessavano il settore occupato. Innumerevoli ne vennero realizzate per il secondo tempo dei derby, altre per occasioni particolari, di rilievo per la pregevole fattura il telo “TRADIZIONE MENEGHINA” e la coreografia celebrativa del ventennale.  

    Sia per via dei cambiamenti generali che sono avvenuti anche nel mondo ultras, sia per la repressione ciclicamente crescente (vedi l’introduzione della tessera del tifoso), sono stati dei banchi di prova importanti in un processo di crescita per un gruppo comunque giovane sia anagraficamente che di esperienza nel periodo immediatamente post-triplete.


    Non meno importante il discorso tessera del tifoso che contribuì in modo decisivo a un allenamento costante verso il continuo miglioramento e la crescita dei più giovani. Mentre quasi tutta Italia rinunciava alle trasferte, la Curva Nord e ovviamente gli irriducibili erano tra i pochissimi ad aderire seppur malvolentieri , consapevoli che una decisione troppo leggera avrebbe potuto avere effetti successivi ben peggiori.

    Le generazioni e i cambiamenti che si sono susseguiti nel corso del tempo non hanno intaccato la natura del gruppo. All’interno del percorso che ha portato Irriducibili a vivere 30 anni sugli spalti in prima linea, ogni trasformazione ha contribuito ad arrivare ai nostri giorni orgogliosi di ciò che si rappresenta.

    Ultima di queste evoluzioni avviene dopo la tragedia della morte di Dede, caro Amico per molti, gli arresti a seguito degli scontri di Inter-Napoli e la necessità per l’intera Curva di una presa di coscienza e di un rinnovamento.

    Questo cambiamento avviene molto profondamente nel gruppo IRR. Ragazzi che hanno militato per anni in Curva si riuniscono, insieme ad alcuni già presenti nella precedente gestione del gruppo, sotto un unico striscione: IRRIDUCIBILI.

    Compaiono due pezze, simboli di questa unione: il Lupo e 9.8.

    Con questo rinnovamento si cerca, e sempre si cercherà negli anni che verranno, di vivere il Gruppo come una Famiglia.


    L’obiettivo degli Irriducibili è quello di vivere una vita fianco a fianco con i propri amici, non fermandosi al contesto stadio ma affrontando ogni battaglia insieme. Condividere gioie, sacrifici e difficoltà. Combattere l’individualismo radicato nella società mettendo sempre davanti il bene comune a quello del singolo, affrontando quotidianamente battaglie sociali insieme. Tutto questo cercando di lasciare un segno nelle persone che vengono a contatto con quella che potremmo definire la nostra Mentalità, il nostro modo di vivere quei gradoni e, più in generale, la vita di tutti i giorni. Un modo di vivere sviluppato negli anni e tramandato ai ragazzi più giovani da chi guida questa Famiglia.

    All’alba di questi primi 30 anni gli Irriducibili percorrono un unico cammino, insieme.

  • Brianza Alcolica 1985

    Brianza Alcoolica: La Storia

    Il gruppo Brianza Alcoolica nasce nel novembre del 1985. 

    Per la precisione, lo striscione fa il suo ingresso in Curva Nord in occasione di un Inter - Juve terminato 1-1 dopo l’esonero di Castagner e occupa sin da subito lo spazio alla destra degli Ultras.

    Era già dall’anno prima che i fondatori Marzio, Pierangelo, Marco “Briegel”, Andrea, Marcuccio, Alberto e la Monichina, che si riunivano attorno al Bar Spavento di Milano (zona Gorla) ed erano tutti già navigati per quanto riguarda la frequenza in curva, avevano in mente di creare un gruppo tutto loro, tanto che era già apparso un primo striscione “Rebels” in occasione di un paio di trasferte (Cremona e Como) e un primo abbozzo di striscione “Brianza Alcoolica” era comparso anche a Madrid, in occasione della semifinale di Coppa UEFA dell’aprile ‘85. 

            

    Brianza Alcoolica a Madrid in Coppa Uefa (Aprile 1985) .             Como-Inter 1984/85 striscione Rebels.

    La prima pezza (usata sia in casa che in trasferta) si presenta a strisce sottili orizzontali nerazzurre sovrastate dalla scritta “Brianza Alcoolica” in arancione. Il telo era stato gentilmente offerto dall’Inter Club “Radio Work Quarto Oggiaro” e i ragazzi del gruppo non fanno altro che farvi aggiungere le lettere. Leggenda vuole che una parte di quel lunghissimo telo - quella che non serviva allo striscione - sia stata poi regalata ai tifosi del Bisceglie per farne una loro pezza.


     

    Inter-Atalanta 1986/87 .

    Il nome scelto dal gruppo prende spunto dalla collocazione geografica dei suoi fondatori, mentre l’aggettivo “alcoolica” esprime lo spirito goliardico e scanzonato dei membri del gruppo.

    Si tratta di uno dei primi gruppi “alcoolici” sorti nel panorama ultras italiano e, proprio per la sua originalità, il nome del gruppo diventa ben presto molto noto. 

    Per la precisione, all’inizio il nome esteso doveva essere “Hell’s Angels Brianza Alcoolica” ma tale denominazione aveva trovato il netto contrasto da parte della società Inter, che non voleva nomi o simboli in qualche modo riconducibili a fatti o personaggi “violenti”. 

    Si decide allora di rimanere “Brianza Alcoolica” ma questa scelta, se possibile, provoca ancora più disapprovazioni. Epocali sono quindi le peripezie per fare entrare la pezza all’interno dello Stadio di San Siro (dai passaggi furtivi attraverso il bar della tribuna centrale fino a veri e propri “passamano” dalla stradina del galoppatoio) fino a quando i Boys decidono, senza troppi fronzoli, di metterla per qualche domenica sopra il loro striscione, ponendo così fine alle lamentele societarie.

           

    Como-Inter 1985/86 .

    Sin dall’inizio, il gruppo si mostra attivo e collaborativo all’interno della Nord, partecipando alle trasferte, alle riunioni ed a tutte le attività organizzate dalla curva, sempre in prima linea, insieme agli altri gruppi, anche in tutte le situazioni “calde” piuttosto frequenti in quegli anni. 

     

    15 novembre 1986, Italia-Svizzera 3-2 a San Siro, qualificazioni Europeo, Brianza Alcoolica  al fianco degli Skin.

    I numeri del gruppo, verso la fine degli anni ’80, sono sempre più in crescita, con il coinvolgimento di molti ragazzi provenienti anche da Milano città e provincia. Strettissimi, peraltro, sono i rapporti con il gruppo “Milano Nerazzurra” ed il suo leader storico.

     

    9 febbraio 1989 Inter-URSS 2-2 , amichevole a Monza.


    All’inizio della stagione 88/89 la vecchia pezza viene sostituita in casa da uno striscione nerazzurro di stoffa pesante con la scritta bianca “Brianza” sopra in grande e “Alcoolica” più in piccolo sotto. Fa la sua comparsa quello che sarebbe poi divenuto il simbolo e marchio di distinzione del gruppo: il Corto Maltese.

    Il Corto Maltese (a dire il vero una sua non fedelissima copia) era sin dal 1984 il logo del gruppo “Win For Us”, sorto sulle ceneri degli “Ultras Sez. Gallarate”, ed era stato ideato e disegnato in maniera artigianale per essere poi apposto sul loro striscione. Nel riposizionamento dei gruppi della stagione 88/89, i responsabili di “Win For Us” decidono di fare omaggio alla Brianza del simbolo.

     

    Altri elementi distintivi del gruppo che nascono in questo periodo sono il coro “You’ll never drink alone”, chiaro riferimento all’inno del Liverpool, di cui il Presidente e fondatore del gruppo non ha mai nascosto di essere un grande fan, nonché l’utilizzo di bandieroni originali e unici nel loro genere, dal “W L’INTER” scritto a caratteri cubitali alla linguaccia dei Rolling Stones (altro “pallino” del Presidente), rivisitata in chiave nerazzurra.

     

    Il gruppo tocca il suo apice negli anni dell’Inter tedesca a cavallo tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ‘90, partecipando in prima fila a trasferte leggendarie (Ascoli, Monaco, Malmo, Vienna, Roma in finale UEFA, dove espone il famoso “Siamo venuti a ritirare la coppa”, solo per citarne alcune). Sono anni in cui la Curva Nord è tra le tifoserie più temute e rispettate in tutto il panorama europeo, e la Brianza non è certo da meno.

     

    Anni ’90  Brianza Alcoolica a Londra.

    Con gli anni ’90, il gruppo, come il resto della Curva, vive un periodo di leggera flessione, dovuto sia agli scarsi risultati della squadra che al mancato ricambio generazionale, ma rimane sempre attivo grazie (soprattutto) al carisma del suo Presidente.

     

    Roma-Inter finale Coppa Uefa 1990/91.

    In questo periodo, il gruppo si dota anche di apposito striscione da trasferta (fino all’inizio dei ’90 viene ancora utilizzato il primo striscione casalingo), il lunghissimo e pesantissimo telone di stoffa nerazzurro con la scritta gialla “Brianza Alcolica” (con una “o” sola) che, per motivi di spazio, viene quasi sempre ripiegato lasciando fuori la sola “Brianza”.

     

    Chievo-Inter 2004/05.

    Dopo la metà degli anni ’90, la Brianza Alcoolica, anche per ragioni anagrafiche, perde alcuni elementi storici, ma vede finalmente la comparsa di nuove e nuovissime leve, alcune portate nel gruppo da fratelli maggiori o da parenti e amici più grandi. 

    Si apre quindi un nuovo ciclo e il gruppo vive un periodo di rinnovato fulgore, sia nelle trasferte  italiane ed europee (da menzionare la presenza nello sfortunato preliminare di Champions League a Helsinborg), che in tutte le altre attività di curva (di questo periodo sono gli striscioni più irriverenti e sprezzanti nei confronti di avversari, stampa e sistema calcio).

          

    9 agosto 2000, Helsinborg-Inter preliminari Champions League.

    Il gruppo accoglie ormai tra i suoi membri tantissimi ragazzi, alcuni addirittura da fuori la Lombardia. Nascono le sezioni Trentino, Veneto e Borgosesia.

     

    Lazio-Inter  finale Coppa Uefa 1997/98 a Parigi.

    Nella stagione 99/00, lo storico striscione casalingo, ormai usurato, lascia spazio ad una nuova pezza in tela ignifuga, con grafica molto simile alla precedente, ad eccezione delle lettere gialle che ricordano i caratteri del logo Campari. Ai lati della scritta campeggiano il simbolo dell’Inter ed il Corto Maltese, questa volta disegnato da uno dei componenti del gruppo.

     

    Con l’inizio del nuovo millennio, la Brianza si conferma sui livelli del periodo precedente, con le nuove leve che cominciano ad assumere una maggiore esperienza e responsabilità all’interno del gruppo. Lo striscione calca tutti i palcoscenici in cui l’Inter è presente, a volte quale unica rappresentanza della Nord, come capita a Lisbona in occasione del preliminare di Champions del 2002.

     

    Sporting Lisbona-Inter preliminari Champions League 2002/03.

    Sono gli anni in cui il fenomeno calcio cambia in maniera irreversibile, con l’avvento delle pay tv, l’allontanamento dagli stadi e la pesante repressione nei confronti degli ultras. La Brianza, come tutta la Nord, partecipa in grandissimo numero e in prima fila alla manifestazione ultras indetta nell’estate del 2003 ed a tutte le occasioni d’incontro del neonato “Movimento Ultras”.

    Nella stagione 2006/2007, anche a causa dell’ondata repressiva susseguente al caso Raciti, il gruppo vive un momento di forte crisi. Tutto nasce dall’imposizione delle autorità pubbliche di eliminare la scritta “Alcoolica” dallo striscione, in quanto ritenuta violenta. Molti nel gruppo, sia tra i fondatori che tra quelli della seconda ondata, mal sopportano questo abuso, ritenendolo infondato e illogico, e decidono di abbandonare lo stadio. 

    C’è aria di scioglimento, che viene scongiurato con una sorta di “presa di mano” da parte di un vecchio membro, con al seguito un drappello di giovani. Alcuni “vecchi” decidono di rimanere, seppur in seconda fila, ritenendo che l’amore per l’Inter e per il gruppo vengano prima di qualsiasi altra cosa. 

    Lo striscione viene quindi sostituito con l’attuale telo recante la scritta “Brianza 85”, ma la nuova leadership non riesce a trascinare il gruppo, nonostante la buona volontà soprattutto dei più giovani. Per tale motivo, paradossalmente, proprio nel momento più bello per i colori nerazzurri, coincidente con il Triplete del 2010, la Brianza vive il suo momento di maggior crisi, con una spaccatura ormai insanabile tra alcuni membri del gruppo.

     

    Solo con la stagione 2012-2013, grazie al ritorno in prima fila di alcuni “vecchi”, tra cui il Presidente (sempre presente nonostante tutto), e con l’ingresso di nuovi elementi giovani ma già dotati di una spiccata mentalità ultras, il gruppo si rinsalda.

    Col tempo, la Brianza acquisisce sempre più numeri, forza e coesione, tanto che gli elementi più anziani ed esperti non devono far altro che tracciare la strada ai nuovi arrivati e, dopo un breve periodo di assestamento, consegnano a quest’ultimi le redini del gruppo.

    La Brianza Alcoolica oggi è un gruppo di ragazzi giovani, provenienti sia da Milano che dall’Hinterland (ma con uno zoccolo duro orgogliosamente “brianseul”), un nuovo responsabile e una struttura organica e omogenea, in cui ognuno ha il suo compito e la sua responsabilità. I “vecchi” ci sono ancora ma, dopo aver passato il testimone, hanno fatto un passo indietro, restando comunque ancora un punto di riferimento e di confronto.

    Il gruppo, nonostante repressione e diffide varie, è sempre molto attivo e porta il suo contributo all’interno della Curva Nord, partecipando a tutti gli aspetti della vita da stadio, dall’organizzazione delle trasferte, alla realizzazione delle coreografie, passando per la fanzine, il Covo, etc.


  • Squilibrati

    SQUILIBRATI MILANO


    Estate 2006, dalle ceneri dei Nord Kaos quattro ragazzi (Fabio, Roby Coda, Mattia e Roby Cazza) decidono di non voler abbandonare i valori assimilati in tanti anni passati sugli spalti del secondo anello verde dietro lo striscione NK e dopo diversi incontri a discutere e progettare, il 9 luglio dello stesso anno fondano il gruppo Squilibrati Milano.

    La scelta di un nome così provocatorio risale a quelle calde serate estive in cui, davanti a diverse birre, mentre decidono di continuare un cammino intrapreso più di dieci anni prima guardandosi negli occhi esclamano “Siamo proprio degli squilibrati!!!”.


    La voglia e l’impazienza di affermare la propria esistenza determinano la scelta di esporre lo striscione al centro della seconda transenna, nello stesso posto dove precedentemente veniva esposto quello dei Nord Kaos, segno di continuità e costanza.

    Ora non resta che realizzarlo questo striscione; sbattimenti vari per reperire il materiale, un po’ trovato per caso e un po’ pagato con i soldi raccolti con una colletta tra i fondatori e una sera, riuniti nella taverna di uno di loro, muniti di tanta voglia, passione ed orgoglio ma soprattutto di tanti (ma veramente tanti) barattoli di vinavil confezionano artigianalmente il primo striscione, lungo 8 metri, metà nero e metà blu con le lettere in bianco che fece il proprio esordio il 16 settembre 2006 in occasione di Inter-Sampdoria.


    Purtroppo però,solo un anno dopo (2007) il governo, a seguito della morte dell’Ispettore Raciti, emana nuove leggi con l’intento di limitare (se non uccidere) il movimento ultras decretando il divieto di ingresso negli stadi a tutti gli striscioni che riportano nomi o simboli che potessero in qualche modo ricondurre a violenza o razzismo; ma la passione non si uccide e pur di non rinunciare al fatto che la loro presenza in Curva Nord venisse sempre riconosciuta optano per esporre uno stendardo con le sole iniziali del nome, SM.

     

    Decadute le assurde limitazioni imposte nell’immediato post Raciti, gli Squilibrati decisero di fare un’altra colletta e di produrre nuovo materiale con lo scopo di racimolare i soldi necessari per realizzare uno striscione più grande e che ancora oggi viene legato con orgoglio in seconda transenna.


    In occasione della seconda giornata del campionato 2016-2017, esattamente il 28 agosto, il gruppo ha festeggiato al Meazza i suoi primi 10 anni di storia con una piccola coreografia aperta durante l’intervallo della partita; Il telone raffigurante un tram  (mezzo di trasporto simbolo di Milano) che dal duomo porta gli Squilibrati a San Siro ed al Baretto rappresenta la strada percorsa dal gruppo fino ad all’ora.

    Lo striscione a cornice della coreografia recitava: “Sempre in giro a far casino… mai paura di nessuno”, frase liberamente presa da una canzone degli 883 che rappresenta al meglio lo spirito del gruppo.


    Nel corso degli anni il gruppo è cresciuto numericamente ed alcuni suoi appartenenti si adoperano nelle varie iniziative della Nord.

    Oggi è saldamente presente uno zoccolo duro del gruppo che coinvolge ad ogni partita i ragazzi più giovani per insegnargli i valori dell'essere ultras.

    I valori di oggi sono gli stessi di ieri e si rispecchiano in pieno nel loro motto:


                        “Rispetto, Lealtà e Fratellanza”                   


  • Pitbull

    PITBULL


    Era l’estate 2002, quando da un’idea di  Lele, Christian e Mino (tre ragazzi che militavano nei Vikings) nascono i Pitbull;

    Insieme ai ragazzi di Piazza Prealpi prende vita il nuovo gruppo che vedrà l’esordio del proprio striscione in occasione di Inter-Sporting Lisbona (27 agosto 2002 ritorno preliminari Champions League).


    Il gruppo si posiziona in seconda balaustra proprio sopra i Vikings prendendo il posto di due gruppi minori, “Sturm und Drag” e “Porkys” e il oro striscione di 8 metri riporta la scritta Pitbul (con le lettere alternate in nero e in blu) affiancata dal tricolore e dal logo della Beneamata.


    Partecipazione e intraprendenza fanno sì che il gruppo macini al seguito dell’FC Internazionale kilometri su kilometri tra treni speciali e pullman; dal freddo micidiale di Kiev alla sabbia del deserto Israeliano di Be'er Sheva sono sempre presenti, spinti da illimitata e sfrenata passione.


    Le coreografie e le varie attività della Curva  permettono al gruppo di stringere legami con gli altri gruppi della Nord e particolarmente forte è quello che si instaura tra i Pitbull e il gruppo degli Irriducibili.

    Viene realizzato uno striscione da trasferta, lettere blu su fondo bianco con tricolore orizzontale, che verrà portato in giro fino al 2007 e il bandierone raffigurante il cane che ringhia cerchiato dal nero e dal blu.


    Diffide e defezioni varie cercano di minare il gruppo ma anziché indebolirlo lo compattano ancora di più; alle vecchie “facce” si uniscono nuovi ragazzi che porteranno rinnovata linfa ed entusiasmo.


    Il 30 agosto del 2011 è un’altra data fondamentale per i Pitbull: l’amicizia con il gruppo Barney Gumble si salda e da questa unione le fila dei “cani” si accrescono ulteriormente e viene realizzato uno stendardo e diverso materiale raffigurante il simpatico personaggio dei Simpson; la partita dei Nerazzurri a Novara del 20 settembre dello stesso anno col corteo dalla stazione allo stadio Silvio Piola sarà la prima trasferta dei nuovi “cani di razza”.


    Nel corso dei successivi anni il gruppo si salda ancora di più e cresce anche la partecipazione alle varie attività della Curva fino a portare più di un elemento al “Covo”, autentico cuore pulsante delle coreografie della Nord.


    “Noi non lasciamo indietro nessuno....MAI!” è il loro motto in cui racchiudono tutta l’amicizia che li unisce, sentimento su cui basano gli ideali del loro gruppo.


    I migliaia di kilometri macinati su è giù per gli stadi d’Europa hanno unito le vite di questi ragazzi lasciandogli ricordi indelebili; uno su tutti la trasferta di Palermo in pullman, ore infinite di viaggio, un tuffo in mare e un’improvvisata (e arrangiata) grigliata in spiaggia.

    Anche le gioiose e rumorose scorribande alla sagra dello zola di Cameri (NO) sono diventate un appuntamento fisso ed atteso per tutti i componenti del gruppo , un’occasione per rinnovare e saldare l’amicizia  anche fuori dallo stadio.


     “SIAMO I PITBULL DI MILANO, CANI DI RAZZA E DI UBRIACON....ANCHE NEL TUO PEGGIOR MOMENTO GIURO, IO T’ACCOMPAGNERO’ 


  • Pessimi Elementi

    PESSIMI ELEMENTI MILANO


    Agli inizi degli anni 2000 alcuni ventenni uniti dall’amore per i colori nerazzurri sono soliti animare il loro settore colorandolo con bandiere e stendardi e cercando di coinvolgere anche i tifosi più pigri e, verso la fine della stagione 2000/01, decidono di riunirsi tutti dietro un unico striscione; la scelta del nome è dovuta alla nomina attribuita dagli spettatori esasperati da questo manipolo di ragazzi e dalla loro esuberanza, sempre in piedi a cantare e spingersi incuranti dell’andamento della partita.


        


    L’anno successivo espongono sopra Milano Nerazzurra il primo striscione artigianale realizzato in tela e cucito a mano ma che farà bella mostra di se solo fino a età della stagione successiva; infatti il 12 gennaio 2003 viene esposto il nuovo striscione dove è raffigurato il simbolo del gruppo, un folletto col dente avvelenato scelto dai membri del gruppo per rappresentare il loro animo goliardico ma pungente.

    Sempre nel corso di questa stagione il Gruppo Ribelle si scioglie e alcuni elementi confluiscono proprio nei neonati Pessimi Elementi arricchendoli con la loro esperienza e contribuendo alla crescita del gruppo che intanto cambia posizione, occupando lo spazio lasciato libero dal Gruppo Ribelle, affiancandosi alla destra dei Bulldogs con cui nasce un ottimo rapporto di amicizia e collaborazione.


    Nella stagione 2004/05 si decide di cambiare lo striscione che verrà realizzato grazie ad una colletta tra tutti i membri.

    Il gruppo acquisisce consapevolezza. Arrivano nuovi elementi per un necessario cambio generazionale.

    Il loro entusiasmo è cemento per il gruppo che fa dell’amicizia il più grande dei capisaldi.

    Trasferta dopo trasferta, partita dopo partita, il legame tra di loro si rafforza e questo permette al gruppo di farsi apprezzare dal resto della curva collaborando ogni domenica alla distribuzione della fanzine e alla realizzazione delle coreografie.

    Nel 2007 dopo i fatti di Catania (il caso Raciti) viene impedito l’esposizione dello striscione e in alternativa viene creato uno striscione “Semm semper num” con il folletto e le iniziali P.E.


        



    Dalla stagione 2016/17 il folletto che campeggiava sullo striscione è stato sostituito da un nuovo stemma, il teschio con la corona d’alloro, simbolo di forza e cambiamento, rinascita ma allo stesso tempo di eternità.

               





  • Bulldog

    Bulldogs Inter Curva Nord Milano


    Il gruppo Bulldogs Inter nasce nell’estate del 1988 dalla volontà di un manipolo di ragazzi decisi a dare un costante sostegno alla squadra e una mano nell’organizzazione del tifo in seconda transenna.

    L’esordio del primo striscione (in tela, nerazzurro con i caratteri bianchi, realizzato grazie ad una colletta tra i fondatori e primi simpatizzanti e cucito interamente a mano) avvenne a Verona il 23 ottobre 1988 e venne subito baciato dalla fortuna visto che in quella stagione sarà tricolore (quello dei Record).

        

    Sono anni in cui la Nord si sta guadagnando indiscutibilmente una posizione di riguardo nel panorama ultras nazionale e i Bulldogs, con la loro costanza e presenza sanno dare il loro contributo.

    Nel 1991 si scioglie il gruppo degli “Skins” e alcuni loro elementi confluiscono nei Bulldogs; tra i due gruppi esistevano già ottimi rapporti e questo sodalizio permette l’acquisizione di maggiore consapevolezza e maturità oltre ad una rapida crescita in termini numerici.

        

    Sull’onda dell’entusiasmo il gruppo vive momenti di splendore fino alla seconda metà degli anni ’90 quando un lento cambio generazionale mette a dura prova la sopravvivenza del gruppo; i nuovi elementi dopo un primo periodo di smarrimento e con l'aiuto di Marco Bucci (noto e compianto esponente di Milano Nerazzurra), Cesare, Massimo, Daniele e Luigi (tutti appartenenti a MN di vecchia data), si riorganizzano e riportano il gruppo ai livelli che più gli competono.


        

    Per il gruppo gli anni 2000 si aprono con un totale cambio generazionale; dello zoccolo originale non resta quasi più nessuno e la gestione passa interamente nelle mani degli elementi più giovani; certamente un po’ in debito di esperienza ma armati di fresco entusiasmo mettono mano alla completa riorganizzazione del gruppo in ogni sua sfaccettatura risvegliandolo dal torpore in cui si era assopito.

    La presenza in trasferta ritorna ad essere considerevole e la collaborazione coi ragazzi del Covo comincia ad essere una costante. Finalmente i Bulldogs riprendono ad essere una realtà attiva in Curva Nord.


         


    Intanto il mondo ultras subisce vari cambiamenti e innovazioni (anche folcloristiche) e il gruppo si adegua; compaiono i primi stendardi a due aste personalizzati e un telone di 20 m², raddoppiano i tamburi e un nuovo bandierone va ad affiancare quello vecchio; viene realizzato anche un nuovo striscione, con sfondo neroazzurro e la scritta Bulldogs in giallo e viene autoprodotto anche uno striscione più piccolo da trasferta sempre con la scritta in giallo su sfondo neroblú.


        


    Oltre al ritrovato entusiasmo e alla rinnovata energia la giovane falange accosta un nuovo concetto alla mentalità del gruppo, ovvero l’amore per la città di Milano e il sodalizio storico tra la Città stessa e l’ FC Internazionale. Il simbolo visconteo e lo scudo rossocrociato compaiono spesso sul materiale prodotto in quel periodo e nel settembre del 2004 viene presa la decisione di integrare il nome in “BULLDOGS INTER CURVA NORD MILANO” volendo così rimarcare lo stretto legame del gruppo con la Curva Nord e con la Città Meneghina.

    Nella stagione 2006/07 viene realizzato lo striscione che attualmente viene esposto nelle partite casalinghe; le lettere tornano ad essere bianche su sfondo neroblú come il primo storico striscione, due tricolori ai lati e in centro il simbolo del gruppo.

    Uno striscione desiderato per molto tempo e realizzato anche grazie all'aiuto del direttivo della Nord.


        


    Intanto altri ragazzi hanno scelto di unirsi alla schiera dei Bulldogs impegnandosi per la continuità storica del gruppo e prodigandosi nella difesa e nella salvaguardia dei valori rappresentati da quello striscione.

    La collaborazione coi ragazzi del Covo continua assiduamente e dicasi lo stesso per quanto concerne la produzione e la distribuzione delle Fanzine, permettendo così ai Bulldogs di avere grande sintonia con tutti i gruppi della curva, specialmente con gli Imbastisci e i Pessimi Elementi.

    Nonostante alcuni ragazzi tra i più attivi del gruppo siano stati colpiti da provvedimenti di diffida i Bulldogs continuano per la loro strada, anzi, ogni forma repressiva ha avuto il solo effetto di serrare ancor più le file del branco.


    I rapporti tra i componenti del gruppo ed i gemellati sono ben saldi e le frequentazioni anche al di fuori degli incontri ufficiali ne sono la prova.


           


    All'interno del gruppo l'aspetto politico è secondario e viene relegato dopo la Mentalità Ultras e, ovviamente, dopo l'amore per l'Inter e la Curva Nord ma è innegabile che la maggior parte dei componenti sia chiaramente schierata a destra anche se vige la ferma convinzione che allo stadio si venga per sostenere l’Inter.


    Il motto storico dei Bulldogs è “No one likes us We don’t care” a cui dagli anni 2000 è stato affiancato il “Tra l’istinto e la passione, la bellezza è nell’azione” in cui si rispecchiano le linee guida del pensiero del gruppo, tra cui lealtà e cameratismo, volontà estrema di primeggiare e continuare a migliorarsi.


     

    “Bulldogs Inter Curva Nord Milano; 30 anni di guai senza arrendersi mai!!!”


  • Imbastisci

    .IMBASTISCI


    Il gruppo nasce alla fine della stagione 1992/93, più precisamente il 16 maggio durante la trasferta di Genova (coi rossoblù). In quel tempo, ai margini dell’allora “Gruppo Perverso” gravitavano alcuni ragazzi che, pur non partecipando in prima persona alle attività del gruppo, occupavano assiduamente i gradini della Nord a loro adiacenti e si sgolavano sostenendo la Beneamata.

    Tra questi spiccava la voce altisonante di quello che poi divenne un elemento storico, “Il Citte”, che a quel tempo era solito incitare la squadra accompagnando le trame offensive dei giocatori al grido di “IMBASTISCIIII !!!”

    Nel suo urlo di battaglia si riconobbero in molti e da qui la decisione, sul treno di ritorno da Genova, di dare questo nome al Gruppo.

    Oltre al Citte tra i fondatori troviamo, Massimo (conosciuto da tutti come “L’Inglese”), Guido, Il Socio, Doria, Fabione, Tonino, Cucciolo, Davide “Squatter”, Francuzzo, Squizzi, Bustina,Enzo Piccolo e Marco Mussini.


           


    Durante l’estate del ’93 venne realizzato il primo striscione, cucito totalmente a mano dalla madre e dalla zia dell’Inglese. Il suo esordio alla prima giornata di campionato della stagione 1993-94 (Inter-Reggiana) e non trovando posto in transenna venne posizionato sulla transennina laterale dell’ingresso centrale della Curva. Come primo simbolo venne scelta una tela di ragno che durò solo per la quella stagione. 

    Grazie all’amicizia che li legava coi ragazzi del “Gruppo Perverso” la stagione successiva guadagnarono un piccolo spazio in transenna e decisero, nel frattempo, di sostituire il simbolo con l’omino della Michelin nell’atto di caricare brandendo una spranga che però venne subito censurata dalle autorità all’ingresso striscioni.

    Il gruppo guadagna in fretta spazio e consensi e nel giro di un paio d’anni passa da una ventina ad una quarantina di componenti, tutti accomunati dall’amore per l’Inter e la voglia di fare marasma.

    Il 1995 è forse l’anno più duro per il gruppo che deve affrontare la chiamata alle armi di alcuni fondatori e soprattutto la partenza per motivi di lavoro del capo storico cha lascia il comando totalmente nelle mani dell’Inglese.

    Grazie al sostegno del Gruppo Perverso e del compianto Marco Bucci di Milano Nerazzurra il gruppo si rimette in sesto e nel giro di pochi mesi viene fondato il nuovo direttivo, composto da una decina di elementi e viene aggiunto in transenna anche un tamburo.

    Durante la stagione 1998/99 avviene la svolta; grazie allo spostamento dei Perversi nella parte centrale della curva, il gruppo guadagna spazio in transenna e durante l’estate, finita la stagione, si concede un cambio di look ingrandendo lo striscione ed eliminando i simboli, lasciando solo il nome e l’anno di fondazione. 


           


    La coincidenza di questi due fattori rende gli Imbastisci ancora più visibili e consente al gruppo di arruolare nuovi elementi. Prende piede, nel frattempo, la moda degli stendardi e di domenica in domenica anche nel loro settore ne nascono di nuovi che si vanno a mescolare alle onnipresenti bandiere neroazzurre ed al datato stendardo “G.I. 93” . Tra questi ricordiamo “Zamorambo”, “Marasma Ovunque”, “A testa alta” e la bandiera con Lupin (verniciata a mano e quindi con un peso non indifferente che non ne agevolava certamente lo sventolio) che rimarrà il loro simbolo fino al 2010.

    Aumenta nel frattempo anche la loro valenza rispetto agli altri gruppi della Curva grazie soprattutto all’ assidua partecipazione nel realizzare le sempre più impegnative coreografie, alle trasferte, alle riunioni ed a tutte le attività della Nord.

    Nell’estate 2004 viene realizzato un nuovo striscione, più lungo del precedente (usato poi solo per le trasferte), che ancora oggi li accompagna nelle partite casalinghe.

    A seguito dei fatti accaduti a Catania nel febbraio del 2007 viene attuata una repressione in tutte le curve d’Italia e per adeguarsi ai nuovi normative si decide di realizzare un nuovo striscione in materiale ignifugo che verrà esposto solo nella stagione 2007-08 per poi tornare a quello attuale.


           


    Nel frattempo il gruppo subisce una nuova trasformazione pur mantenendo i soliti impegni all’interno della Curva: il direttivo viene snellito e sostituito con uno più “giovane e fresco” formato da quattro elementi, nuove forze vengono acquisite e molti giovani prendono il posto di chi nel frattempo è costretto a cambiar vita e ha meno tempo a disposizione. Vengono prodotti nuovi stendardi, due nuove bandiere e alcuni teloni di discrete dimensioni.

    Nella stagione 2010-11 Lupin cede il posto al nuovo simbolo, il logo dell’Inter modificato con le iniziali del gruppo che viene stampato sulla nuova bandiera che ancora oggi sventola nel cuore della Nord.

    Con due coreografie vengono festeggiati nel 2013 e nel 2018 i 20 e i 25 anni del gruppo, traguardi molto sentiti e motivo di orgoglio per tutti.


     


    Diversi elementi di questo gruppo hanno partecipato e partecipano tutt’ora alla vita della Curva ma non si può non elogiare in maniera particolare l’Inglese, figura nobile ed instancabile della Nord, sempre disponibile per tutti col suo immancabile sorriso, Capitano degli Imbastisci e di tanti ragazzi della Nord.